martedì 1 maggio 2018

E pensare che una vita da geometra me l’ero pure sognata.



Agli inizi degli Anni ’90 pascolavo tra i banchi dell’Istituto Tecnico per Geometri. In quel periodo ho imparato un sacco di cose interessanti ma nessuna legata alla professione, diciamo che ero uno che frequentava e non seguiva, perché la maggior parte del tempo lo passavo leggendo.
I miei compagni avevano Il manuale del geometra io quello di Epitteto, loro passavano ore a capire la composizione del cemento armato, io mi spaccavo la testa sulla consistenza di Nietzsche, si davano da fare per calcolare l’usura delle strutture io scoprivo il decadimento del ritratto di Dorian Gray, triangolavano un punto esatto io mi perdevo tra i tre figli Karamazov.
Capite perché ero quello “strano”, sempre diverso che non la vedeva mai allo stesso modo degli altri.



Un giorno provai a immaginare una vita da geometra con tanto di tecnigrafo e studio, ma ciò che vidi mi spaventò.
Senza contare che anch’io potevo fare la fine del Geometra Diotaiuti dell’Ufficio Urbanistico di Milano.
Se non sapete chi è, allora dovete leggere Incroci Obbligati di Paola Varalli, edito da Fratelli Frilli Editori.
Mentre l’architetto Mirella Bonetti è impegnata a sbrigare alcune noiose pratiche burocratiche negli uffici comunali si imbatte nel cadavere di un geometra. Nonostante la Polizia stia già svolgendo delle indagini, con l’aiuto della sua coinquilina Anita segue una pista che le porta a scoprire il segreto nascosto in uno dei progetti seguiti dal fu Geometra Diotaiuti.


Le due detective per caso sono le protagoniste di una trama narrata con una particolare prosa ironica e con uno stile brillante ed efficace che comunica una piacevole gioia di vivere. Permeato da una sensibilità femminile che non ha bisogno di imporsi o competere con la controparte maschile per farsi apprezzare o dimostrare il proprio valore. Ebbene sì, i maschietti se ne stanno ai margini delle indagini imbambolati dalla bellezza di Mirella. Tra le due protagoniste confesso subito la mia preferenza per la gesticolante e neologista Anita Valli, appassionata di enigmistica che - pur non essendo all’altezza dell’amica per quanto riguarda aspetto e portamento - ha un fascino particolare in grado di conquistare anche il lettore più rigido e formale.


Un romanzo “strano” se paragonato ai molti che ritraggono Milano come un agglomerato urbano cupo, colpevole di aver girato le spalle ai rapporti umani e frammentato dal delirio della fretta e dell’indifferenza. Con un giallo lontano dalle solite atmosfere di genere, Paola Varalli ha il merito di riscoprire l’anima di una città che non ha mai davvero perso la misura umana e lo fa con un tocco e una bravura davvero invidiabili.

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