domenica 15 gennaio 2017

La passione per gli incastri.




Quando ero piccolo, se volete calcolare la mia età sappiate che la mia infanzia è iniziata quindici minuti dopo l’estinzione dei primi dinosauri, vivevo in un mondo senza cellulari e con moltissimi luoghi di ritrovo definiti sale giochi.

Mi ricordo che all’epoca non moriva nessuno se non aveva una perenne connessione ai social e, incredibile ma vero, le persone riuscivano a incontrarsi dall’altro capo dell’Italia anche solo dopo una telefonata, senza un milione di messaggi più o meno sgrammaticati.

Già, era un mondo duro quello ma siamo sopravvissuti. Ora non mi spiego perché non riesco a tenere a mente gli orari di un negozio senza andare a controllare almeno un paio di volte il sito o come non ritrovo più la strada di casa se non seguo le indicazioni del navigatore.


Dicevo delle sale giochi. Esclusa la costante cappa di fumo, il fatto che la data anagrafica di molti dei frequentatori raggiungesse a malapena i diciotto anni e ci fosse una viva e variegata attività sociale, erano in tutto qualcosa di molto simile alle tristi sale slot che infestano ogni singola città dalle Alpi alla Sicilia.

Fu in uno di questi luoghi che sviluppai la mia passione per gli incastri. Sì, ero uno di quelli che si rasava la paghetta settimanale a Tetris, poi sono cresciuto e, quando avevo quasi completato la terapia per disintossicarmi, ha iniziato a diffondersi Candy Crush Saga. Voi ridete, ma l’infernale mania di spostare caramelle ha cancellato tutti i miei sforzi per liberarmi dalla schiavitù videoludica.

Mentre gioco di nascosto da amici e parenti, non voglio che si vergognino di me, mi sono imbattuto in un libro da “incastrare”: The Junkie Quatrain, gli infetti di Baugh di Peter Clines.


Da dove partiamo? È ambientato a Los Angeles, per la precisione dopo la pandemia con cui il morbo di Baugh ha trasformato la maggior parte del genere umano in cannibali (altrimenti detti Tossici per la loro rassomiglianza con gli individui in astinenza da puzzle arcade).

Sino a qua, tutto bene. Ora viene il bello.

The Junkie Quatrain contiene quattro vicende che hanno diversi punti di contatto tra loro, ma se dovessi indicarvi il personaggio principale vi direi che il ruolo se lo contendono il contagio e la città. Durante la lettura vi verrà spesso da chiedervi: dove e quando si è diffuso il morbo e se è possibile sopravvivere in un luogo del genere.


La risposta la potete trovare mettendovi in viaggio con due ragazze che cercano un rifugio per la notte (Codipendente). Arruolandovi nella squadra di razziatori su commissione che devono rifornire il sinistro palazzo federale e il laboratorio medico che ospita (Predatore e Preda). Accompagnando un brillante medico invitato a far parte dell’organizzazione medica (Riservatezza), oppure condividendo la pazienza e la preparazione militare di un cecchino (Strettamente professionale).

Dunwich li propone in quest’ordine, ma siete liberissimi di mischiarli e leggerli come vi pare o lanciare dei dadi, seguendo il consiglio di Clines.


E così, se lo fate, verrete contagiati dalla insana passione per gli incastri. Vi ritroverete a valutare se ogni nuova composizione è migliore della precedente.

Già, perché per quanto impossibile può sembrare, a ogni riconfigurazione le storie assumono registri diversi.

Pensate che non lo abbia fatto davvero? Sappiate che finite le vite disponibili in Candy Crush bisogna aspettare un sacco di tempo prima di giocare di nuovo.


Si tratta di un romanzo o una raccolta di racconti? Lascio questo annoso problema a quelli che sanno distinguere la differenza tra una pizza quattro stagioni e una capricciosa o a tutti quelli che hanno la passione di erigere campanili solo per cercare altri campanili con cui litigare.
Se una storia ha qualcosa da trasmettere, poco importa che sia pubblicata da un editore piuttosto che un altro, stampata su carta o visualizzata su un kindle, appartenga a un genere di moda piuttosto che a uno di nicchia.

Se vi piace leggere, non dovreste avere la passione per le etichette… ma solo quella per gli incastri.


The Junkie Quatrain, gli infetti di Baugh di Peter Clines. Dunwich edizioni. 155 pagine, € 11,90. 2016, disponibile anche in formato digitale.

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