Davide Van De Sfroos ne L’esercito
delle dodici sedie cantava “Siam tutti poveracci, se il Silenzio e d’Oro…” e
aveva ragione da vendere.
Se penso a quante chiacchiere
riverso in rete è possibile che io abbia già accumulato un debito che non
riuscirei a estinguere nemmeno con qualche dozzina di reincarnazioni.
Mi converrebbe stare zitto, fare
la figura di quello profondo, che pensa più di quanto parli, e non dare l’impressione
di essere stupido ma proprio non riesco a tacere e non scrivere.
Provo sempre a gettare le parole
nella rete con la speranza di trovare qualcuno con cui dialogare e avere uno
scambio di opinioni per crescere, non per avere ragione a tutti i costi.
Perché una riserva aurea in grado
di comprare consensi un tanto al chilo è molto meno preziosa dell’amicizia di
alcune persone che possono darti molto.
Conosco il valore del silenzio e
della solitudine ma siamo animali sociali, prima o poi sentiamo l’esigenza di
comunicare con gli altri.
Se in questi anni ho avuto il
dubbio piacere di incrociare il passo con individui sgradevoli e molesti - ma
poco male, basta ignorarli e tendono a sparire da soli - ho anche avuto la
fortuna nell’avere l’opportunità di conoscere e dialogare con persone
meravigliose che non smetterò mai di ringraziare.
A questo proposito, vorrei
parlare di Marco Fontanili. Si tratta di un validissimo e talentuosissimo disegnatore
con cui ho avuto l’occasione di instaurare un rapporto di amicizia a suon di
dialoghi notturni.
Un nome che, insisto, è meglio
tenere a mente perché ne risentiremo parlare!
In merito alla sua arte, abbiamo
già fatto qualche chiacchiera in un’intervista che trovate qui.
In questi giorni ha pubblicato
Nell’infinito silenzio, un fumetto muto che ho avuto l’onore di guardare in anteprima.
Di Marco, non è un mistero, apprezzo lo stile e la capacità di dare un tocco
personale alle storie. Inoltre, molto egoisticamente, è un’attività con cui posso
occupare meglio il mio tempo imparando da lui cosa significa sceneggiare e
disegnare bene piuttosto che seguendo sterili e inutili polemiche intorno alla
tecnica e agli errori/orrori dei soliti nomi.
Se di errori/orrori si tratta e
non di semplice invidia.
Ma lasciamo perdere, in fondo ne
L’infinito silenzio non c’è neanche un dialogo.
Nel dettaglio, inizia con un uomo
che nel cuore della notte vomita un grumo di tentacoli. Non c’è dubbio
che si tratti di un pessimo risveglio, ma la misteriosa creatura pretende un
confronto con l’umano. All’apparenza è horror, nessuna sequenza sovraffollata
di personaggi e movimentata da facili trucchetti o spettacolari combattimenti,
ma l’esplorazione profonda del buio. È in bianco e nero (sempre
oscuro e terrificante), durante la lettura non si sente la mancanza dei colori
e, con un po’ di attenzione, si scopre che l’inseguimento è un incubo visionario
in bilico tra la dimensione metafisica e quella onirica.
Un lavoro maturo, composto da un
silenzio che genera molti pensieri e obbliga a dire parole profonde.
Prima di fare acquisti in
fumetteria, per capire se vale o meno la pena, sfoglio le prime pagine e guardo
le tavole per farmi un’idea di cosa tratti e se è dinamico o statico.
Se devo leggere le nuvole per
scoprire cosa lega tutte quelle immagini, significa che non funziona ed è
meglio se passo a un altro titolo. Ovvio, non è un sistema efficace, è molto personale,
ma capite che un’opera muta vi costringe a valutarla con un occhio differente.
Nell’Infinito Silenzio supera a
pieni voti anche la prova più pignola e scrupolosa, ve lo assicuro, e non lo
scrivo per l’amicizia e la stima che mi lega all’autore.
I miei momenti “topici” sono
stati il confronto con il Cristo e la ricerca di salvezza in ambienti
inaspettati nascosti dietro a delle porte.
Non posso dirvi di più,
altrimenti verrò punito per l’eternità dal Dio degli Spoiler.
Per non parlare del finale…
Facciamo così, leggetelo e
scrivete le vostre impressioni a Marco. Credo che gli farà piacere e vi
ritroverete a parlare nell’infinito silenzio dei social network.
Per avere la vostra copia
autografata e personalizzata scrivete direttamente a Marco Fontanili.
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