Agli inizi degli Anni ’90 pascolavo
tra i banchi dell’Istituto Tecnico per Geometri. In quel periodo ho imparato un
sacco di cose interessanti ma nessuna legata alla professione, diciamo che ero
uno che frequentava e non seguiva, perché la maggior parte del tempo lo passavo
leggendo.
I miei compagni avevano Il
manuale del geometra io quello di Epitteto, loro passavano ore a capire la
composizione del cemento armato, io mi spaccavo la testa sulla consistenza di
Nietzsche, si davano da fare per calcolare l’usura delle strutture io scoprivo
il decadimento del ritratto di Dorian Gray, triangolavano un punto esatto io mi
perdevo tra i tre figli Karamazov.
Capite perché ero quello “strano”,
sempre diverso che non la vedeva mai allo stesso modo degli altri.
Un giorno provai a immaginare una
vita da geometra con tanto di tecnigrafo e studio, ma ciò che vidi mi spaventò.
Senza contare che anch’io potevo
fare la fine del Geometra Diotaiuti dell’Ufficio Urbanistico di Milano.
Se non sapete chi è, allora
dovete leggere Incroci Obbligati di Paola Varalli, edito da Fratelli Frilli
Editori.
Mentre l’architetto Mirella
Bonetti è impegnata a sbrigare alcune noiose pratiche burocratiche negli uffici
comunali si imbatte nel cadavere di un geometra. Nonostante la Polizia stia già
svolgendo delle indagini, con l’aiuto della sua coinquilina Anita segue una
pista che le porta a scoprire il segreto nascosto in uno dei progetti seguiti
dal fu Geometra Diotaiuti.
Le due detective per caso sono le
protagoniste di una trama narrata con una particolare prosa ironica e con uno
stile brillante ed efficace che comunica una piacevole gioia di vivere. Permeato
da una sensibilità femminile che non ha bisogno di imporsi o competere con la
controparte maschile per farsi apprezzare o dimostrare il proprio valore. Ebbene
sì, i maschietti se ne stanno ai margini delle indagini imbambolati dalla
bellezza di Mirella. Tra le due protagoniste confesso subito la mia preferenza
per la gesticolante e neologista Anita Valli, appassionata di enigmistica che - pur non essendo all’altezza dell’amica per quanto
riguarda aspetto e portamento - ha un fascino particolare in grado di
conquistare anche il lettore più rigido e formale.
Un romanzo “strano” se paragonato
ai molti che ritraggono Milano come un agglomerato urbano cupo, colpevole di
aver girato le spalle ai rapporti umani e frammentato dal delirio della fretta
e dell’indifferenza. Con un giallo lontano dalle solite atmosfere di genere, Paola Varalli ha il
merito di riscoprire l’anima di una città che non ha mai davvero perso la
misura umana e lo fa con un tocco e una bravura davvero invidiabili.
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