martedì 13 marzo 2018

Dagli applausi o dalla sala piena?


Certe storie non sai mai da dove iniziare a raccontarle. Le prime battute sono fondamentali, quelle con cui ti giochi l’attenzione e la curiosità di chi ti ascolta. Non puoi permetterti un passo falso e concedere del terreno alle mille distrazioni in cui siamo immersi, altrimenti corri il rischio di trovarti davanti a qualcuno che fissa il display di un cellulare, voga con il pollice tra il mare magnum dei social network e finge di seguirti annuendo ogni volta che prendi fiato.
Se vi è capitato di trovarvi in una situazione del genere, e sono sicuro che ci siete passati, non dipende solo dalla vostra capacità di intrattenere ma anche dall’educazione di chi vi ascolta, ma questa è un’altra storia.
Nel caso in cui il dialogo si svolga tra uomini e vi è permesso di usare un linguaggio da “caserma”, per riottenere al volo l’attenzione dite: “guarda che tette.” State tranquilli che anche se vi trovate in una chiesa, o forse perché vi trovate proprio lì, vi verrà riservata molta più attenzione di quanta ne desideriate.
Il perché è facile da immaginare.



Comunque, dopo aver abusato della pazienza di chi legge e aver perso per strada chiunque non era interessato a scoprire perché “dagli applausi o dalla sala piena”, posso iniziare a scrivere che sabato 10 marzo alle 15:30 il Movie Theatre di Cartoomics era pieno di spettatori per la presentazione in anteprima della locandina e del trailer di Fino all’Inferno. Erano ovunque, oltre che nei posti a sedere, ce n’erano seduti a terra incastrati come tanti ciottoli e spalmati alle pareti quasi a sembrare decalcomanie.
Gli applausi non sono mancati, nessuno ne ha avanzati da portare a casa e, magari, da usare in altre occasioni.
Per fortuna non ho avuto problemi a trovare un posto libero perché c’era una sedia con scritto sopra il mio nome già, perché nel trailer trasmesso sullo schermo c’ero anch’io.
Ma procediamo in disordine e torniamo indietro a settembre 2017, per la precisione nei giorni in cui tutta la L/D Production Company - di cui faccio parte - era impegnata a girare Fino all’Inferno, un action-crime che levati, e in cui ho avuto il piacere e l’onore di recitare e di contribuire alla realizzazione.
Dicevamo di sabato 10 marzo. Prima della visione, Giuseppe Grossi di Movieplayer.it ha fatto gli onori di casa intervistando Annamaria Lorusso, Roberto D’Antona, Andrea Milan e Aurora Rochez in merito ai propositi di cosa significhi fare film indipendenti e a quanta dedizione e sacrifici si celino dietro alla realizzazione di un lungometraggio.


Difficile riportare in un articolo tutta la passione e la competenza con cui i quattro hanno risposto e coinvolto il pubblico presente. Non vorrei sembrare monotematico, però la locandina e il trailer…
La locandina ve la posso mostrare.


Però il trailer….
Per rendervi l’idea di cosa abbiamo visto, vi consiglio di provare a immaginare di stare dentro a un quadro di Picasso ma con le figure che si muovono ad alta velocità e lasciano dietro di sé una scia di polvere da sparo in fiamme.
Non ci riuscite? Allora vi tocca andare al cinema dal 5 di aprile in avanti e, prima di guardare The Wicked Gift, il film per cui avete pagato il biglietto e in cui vedrete recitare anche il sottoscritto, potrete provare la mia stessa esperienza.
Cos’è The Wicked Gift? Semplice, è il primo lungometraggio di genere thriller-horror di L/D che comparirà nelle sale cinematografiche delle principali città italiane ed è il miglior modo per capire cosa siamo in grado di fare.


Volete più notizie? Le pagine ufficiali le trovate qui The Wicked Gift, Fino all’Inferno e L/D Production Company. Purtroppo l’articolo è finito, non ho più spazio ma ci rivediamo tutti in sala.
Ricordatevi, The Wicked Gift dal 5 aprile al cinema.

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