lunedì 14 dicembre 2015

Spy story...

 
 Diciamocelo, le migliori spy story sono quelle che hanno alle spalle stati facoltosi e organizzazioni serie come l'inglese SIS per James Bond o la CIA per qualunque spione a stelle e strisce. Mi è capitato di andare oltre alla patina della fiction pura e ho scoperto, non senza una certa sorpresa, che escludendo le azioni sul campo, molto meno frequenti di quanto si possa pensare, la maggior parte degli agenti non sono piccoli Superman imbottiti di tecnologia ma, spesso e volentieri, compiono le proprie mansioni con uno stile di vita molto simile a qualunque impiegato.
Intendiamoci, lo spionaggio non è più giocato sul filo del rasoio o all'ombra del muro di Berlino, ora è più una questione informatica, di satelliti, droni e armi "intelligenti" (sì, è pur sempre un ossimoro).
Quindi è un genere tutto moderno? Nel passato non esistevano stati con ingenti disponibilità economiche, per non parlare nemmeno della tecnologia per avvantaggiare qualche 007 al servizio del Gran Ducato.
Volete scoprire l'Old Style dello spionaggio?
Complotto in riva d'Arno è il romanzo che fa per voi. Scritto a quattro mani da Riccardo Parigi & Massimo Sozzi nasce da due creatività fuse in un solo scrittore ma senza l'effetto disturbante di saltare da una voce all'altra e modulare la narrazione su ritmi e sensibilità diverse, giusto quanto bastava a indurre il mal di mare anche al lettore più paziente. 
Tanto per intenderci, mi riferisco all'esperienza di mare mosso che provai quando lessi Il talismano, di Stephen King e Peter Straub.  Nonostante la bravura dei due, diedero vita a un prodotto dallo stile alquanto bipolare.
 
In Complotto in Riva d'Arno si intrecciano due piani temporali in cui una trama gestita sapientemente svolge una storia che attraversa i secoli. Non è necessario essere uno storico o nutrire un'insana passione per la storiografia poiché  le ricostruzioni sono dettagliate e credibili, ma mai noiose. Insomma, non si ha la sensazione di essere sul banco di scuola e ascoltare la solita esibizione di sapere di un professore troppo preparato. Omicidi, sparizioni e vicende che catturano l'attenzione. Cosa pregevolissima è la presenza di personaggi realmente esistiti e presentati senza veli "mitologici". Che altro dire? Da leggere, non solo per puro intrattenimento, ma come lettura D.O.C.
Vi riporto la sinossi, per non correre il rischio di ingarbugliarla non rendendole giustizia o snellendola al punto da farla sembrare una semplice cronologia.
 
 
 "Toscana, 1611. L’ufficiale Saverio Adinolfi riceve l’incarico di recuperare una grande quantità di oro, sottratta ad alcuni galeoni spagnoli da pirati al servizio dell’ordine toscano di Santo Stefano e nascosta nei pressi di Panama. Ma a bordo della nave Tuscia due inspiegabili omicidi macchiano di sangue la traversata. Firenze, 1904. Mentre le forze dell’ordine sono tese per l’imminente visita del regnante inglese Edoardo VII, Italo Fissi, spia al servizio della polizia, viene trovato morto nel Cimitero degli Inglesi, trafitto da una grossa scheggia di vetro. Nello stesso frangente, poco lontano dalla città, la marchesa Caterina Borelli viene assassinata nel giardino della sua villa. Il commissario Ulisse Bellandi indaga sulla morte, politicamente scottante, di Fissi, mentre il caso Borelli viene affidato al vicecommissario Alessandro Nocentini, abile nel muoversi negli ambienti della nobiltà. Le due indagini sono destinate a congiungersi in un intreccio che sembra affondare le sue radici in quel viaggio di alcuni secoli prima..."
 
Complotto in riva d'Arno di Parigi e Sozzi. Time Crime collana Narrativa. € 9,90, disponibile anche in formato digitale.

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