giovedì 26 gennaio 2017

La passione porta lontano.




Il mio primo incontro con Edgar Allan Poe avvenne in una birreria. Dove altro potevo incontrarlo?

Ero seduto su di uno sgabello con una birra “ascellare”, nel senso che era grande al punto da coprire la distanza dalla cintura all’ascella e presentava il notevole vantaggio di farti sviluppare, mentre la bevevi, una muscolatura che nemmeno in palestra si sognavano. Incuriosito dall’aspetto piuttosto singolare di quello strano avventore, non riuscivo a fare altro che fissarlo. Forse perché era in cerca di compagnia o per evitare una inutile quanto molesta rissa sul finire della serata riempì il silenzio con queste semplici parole:

“Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte.”
Annuii pensieroso e stringemmo amicizia. Rimasi colpito dalla sua profondità e, non volendo fare la figura dello sprovveduto, dissi:

 - Vero Mr. Edgard Allan, ma ne converrà che sono anche soggetti molto pericolosi quelli che “sognano di giorno” perché immaginano un mondo diverso e questo…

Non riuscii a finire la frase perché il mio vicino di bancone aggiunse un lapidario: - cazzo fai, parli con la mia maglietta?


Ecco, in un colpo solo ho scoperto un autore fondamentale per la mia modesta carriera di lettore e anche che l’alcool gioca brutti scherzi!

Coloro che sognano di giorno sanno e - talvolta - fanno cose pericolose. Tralasciando “brutti ceffi” come poeti e rivoluzionari, mi concentrerei sugli scrittori che, quanto meno, se li leggete non accorciano la vita al vostro fegato.


Sono tipi strambi, hanno il potere di portarvi altrove e mettervi a mollo in una Matrix non alcolica e, come nei videogiochi, vi possono dare una vita in più… oltre a quella di tutti i giorni.

Sensazione che mi è capitata leggendo Vendendo l’Inghilterra alla libbra di Daniele Cutali. Il titolo è una citazione di Selling England by the Pound dei Genesis, pubblicato nel ’73.


Dopo questo mio piccolo sfoggio di cultura musicale, è il caso di scrivere: allacciati la cintura, lettore, che da adesso di meraviglie ne vedrai un bel po'.

Benvenuto in Matrix.


Il romanzo è la naturale continuazione de Il lato sud del cielo quindi, senza abbandonarmi allo spoiler selvaggio, come faccio a parlarvene?


Siccome ci sono sempre più soluzioni che problemi, vi direi di recuperarli entrambi e conoscere da vicino la vita di Paolo Martini, un ragazzo di Chivasso a un soffio dai diciotto con uno sconfinato amore per la musica Rock.

Cutali è nato nel ’68 e, per quanto possa essere precoce, i settanta li ha vissuti imparando a parlare, camminare, giocare e approfondendo tutte quelle cose che fanno i bambini.


Allora - la domanda sorge spontanea – cosa ne sa della scena musicale londinese dell’epoca?
Più o meno tutto, perché la passione lo ha portato a cogliere l’anima e lo spirito del tempo, dettagli che sono sfuggiti a quei distratti che li hanno vissuti nel fiore dell’età ma li hanno spesi canticchiando Morandi Gianni & famigerata Co.

Per non fare anticipazioni letali al posto della sinossi, vi riporto la quarta di copertina:

“«Ecco l’Inghilterra». «La vedo, Maggie. Dover e il suo muro bianco dal quale si può volare via, tuffandosi nella Manica, mi fanno pensare alla scena di un film rock. Chissà, forse lo gireranno in futuro». Era davanti a me il mio vero io. Ed era dentro di me, che scalpitava per uscire. Cosa avrei potuto fare in Inghilterra? Vendermi a essa un tanto per ogni chilo che pesavo e di sicuro l’Inghilterra si sarebbe venduta a me. Per ogni fottuta libbra che pesava.”

Una scrittura passionale capace di trascinarvi nel periodo attraverso il cuore dell’autore, con la gradita possibilità di incontrare personaggi mitologici senza doversi scolare un paio di birre ascellari!


Chi sono i “personaggi mitologici”? Scopritelo leggendo. Vi ritroverete a un concerto dei Thames, conoscerete… no, non Edgard Allan Poe!

Vendendo l’Inghilterra alla libbra di Daniele Cutali. Associazione culturale Eretica, 2016. 180 pagine, € 15,00. Disponibile anche in formato digitale.


Nota di servizio per l’autore:
Mr.J? Grazie, che te lo dico a fare?

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