Come molti, quando sono nato non ho
potuto scegliere se entrare o meno nella comunità cattolica e, senza il mio
consenso, sono stato battezzato.
Ho così ricevuto la salvezza eterna?
Quando mai, la mia anima è stata stuprata.
Ed era pure minorenne, molto
minorenne.
Ora sono ateo, ma non ho passato buona
parte della mia vita a ignorare il cristianesimo. Nel tempo ho cercato di conoscere
a fondo il nemico e, tra le molte definizioni possibili, quella che più coglie
l’essenza della religione dell’Amore è questa:
“Cristianesimo. La storia di uno zombie ebreo
venuto dal cielo nascendo da una vergine e che è padre di sé stesso e che, se
mangi il suo corpo e gli comunichi telepaticamente che lo accetti come tuo
unico signore, può farti vivere in eterno e liberarti da una forza maligna
presente dentro di te per colpa di una donna nata da una costola che è stata
convinta da un serpente parlante a mangiare una mela da un albero magico.”
Definizione
presa con copia e incolla da Nonciclopedia e, già che ci sono, rivolgo tutta la
mia stima all’autore di queste splendide parole.
Per quanto
mi è stato possibile, ogni volta che mi si è presentata l’occasione, ho cercato
di contrastare la diffusione e limitare i danni di questa nefasta credenza.
Se davvero
pensate che la religione sia il collante della società, aprite un libro di
storia e date un’occhiata, vi capiterà di trovare notizie di alcune civiltà che,
pur non essendosi sviluppate all’ombra della croce, sono riuscite a prosperare
ed eccellere senza la minaccia della dannazione eterna.
Insomma, se
pensate che gli occhi di Dio o la residenza all’Inferno possano essere dei
deterrenti per i peccatori – e i disonesti in genere – vi sbagliate di grosso.
Se vi siete
distratti durante l’ultimo telegiornale o non avete letto attentamente il
vostro quotidiano del cuore, sappiate che ai ladri fa paura la galera non Gesù.
Tanto per
dire.
Credete che
Gesù non sia un guardiano, ma il primo e l’unico che ha riscattato tutto il Creato
dal peccato e spalancato le porte del Paradiso?
Mai sentito
di parlare di Horus, Adonis, Mitra, Krisna, Zoroastro, Budda, Ercole, Prometeo,
Dioniso, Attis, Quetzalcoatl? Una bella squadretta di calcio composta da undici
tra dei e semidei, in cui il nostro nazareno è l’ultimo arrivato.
E, come
tutti gli ultimi arrivati, non è un titolare… ma un panchinaro.
L’unico
messia in cui sono disposto a credere è l’alieno beone Thomas Jerome Newton, il
protagonista del romanzo L’uomo che cadde sulla terra di Walter Tevis e
interpretato nel ‘76 sul grande schermo da un David Bowie in stato di grazia.
Sono un maleducato
irriverente che brucerà per l’eternità tra le fiamme dell’Inferno? Va benissimo,
come volete voi.
Proseguiamo
con la recensione.
Nel nulla
di una piccola cittadina di provincia appare un curioso individuo che baratta
un anello per sessanta dollari. Questo è l’inizio dell’avventura di Thomas
Jerome Newton, un alieno che è approdato sulla Terra e deve compiere un’importantissima
missione dopo aver messo assieme una fortuna vendendo brevetti incredibili.
Trattandosi
di un classico, esiste la possibilità che molti conoscano – più o meno – ogni singolo
dettaglio della trama. Se così fosse, leggete il mio delirio senza paura,
altrimenti saltate il paragrafo successivo perché ci sono molti quasi spoiler.
L’extraterrestre
proviene da Anthea, un mondo contaminato da innumerevoli conflitti nucleari, e nella
sua permanenza sul nostro pianeta deve costruire un’astronave con cui trarre in
salvo gli ultimi trecento sopravvissuti della sua specie. Con l’aiuto dell’avvocato
Farnsworth, l’alcolizzata Betty Joe e l’ingegnere chimico Bryce cercherà di
raggiungere lo scopo per cui è stato addestrato. La sua missione però non è un
semplice salvataggio, l’ultima parte del piano prevede che gli altri Antheani giunti
sulla Terra influenzino le scelte politiche e militari dell’umanità per evitare
che si estingua in un conflitto termonucleare. Thomas Jerome Newton è il messia
di due popoli o il nuovo Icaro?
Un romanzo
che, oltre a sondare gli abissi della solitudine e la fragilità umana (e non),
è un’amara riflessione del presente e del prossimo futuro.
L’uomo che
cadde sulla terra di Walter Tevis. Minimum Fax. 231 pagine, € 13,00. 2006,
disponibile anche in formato digitale.
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