Non amo impugnare la penna rossa
per correggere gli sbagli degli altri, ho già i miei a cui porre rimedio, così
come non vorrei stare su una cattedra a tenere sott’occhio una classe perché sono
della pasta di quelli che, a scuola, ci andavano per fumare la sigaretta in
bagno.
Eppure ogni giorno mi tocca
giudicare qualcuno. Urlate quanto volete “Nessuno mi può giudicare”, fate della
Caselli un inno generazionale ma rendetevi conto che in questo modo siete un
filino arroganti e predicate bene e razzolate male.
Sì, perché tutti giudicano tutti.
Dicevo, il metro con cui valuto
le persone non sono le parole che dicono ma le azioni che compiono, soprattutto
quelle che fanno quando non sanno di essere osservate.
A volte vedo cose che voi umani.
Per ultimare la metamorfosi basta
essere coerenti e comportarsi di conseguenza? Magari sì, però bisogna esserne
davvero convinti, una scelta che potrebbe farci perdere qualche punto in
società, ma che ci renderebbe più sinceri.
A chi non piacciono le persone oneste,
che non raccontano bugie?
Se volete provare fate pure ma
attenti alla nostalgia “canaglia” che potrebbe farvi tornare alle vecchie
menzogne.
Di cambiamenti il buon Enrico
Radeschi ne ha dovuti fare parecchi per sfuggire a Hurricane, conosciuto ne L'uomo della pianura (2008). Se non capite di
cosa sto scrivendo, fiondatevi nei romanzi di Paolo Roversi.
Per chi si fosse collegato solo
ora, facciamo il punto della situazione ma soltanto dopo avervi strappato la
promessa che vi immergerete nei precedenti.
Oggi in libreria Cartoline alla fine del mondo e ho avuto la fortuna di leggere in
anteprima Cartoline dalla fine del mondo. Ora sono qui a mettere in fila parole
per una recensione.
Per sfuggire a morte certa,
Enrico si rivolge a Konstantin per azzerare la sua vita precedente. Scelta non
facile dato che è costretto a separarsi da Buk, il Giallone e Milano.
Lo ritroviamo nei panni –
stretti- di Giorgio Andreani e vive a Cipro, lavora come archeologo e
guadagna qualche piccolo extra aiutando il Danese, avventuriero e
contrabbandiere in simbiosi con l’iguana Iris.
Non è più un giornalista hacker
ma, nonostante la metamorfosi, non è davvero cambiato, è ancora lui. Anche quando sbuca nel bel mezzo di uno scavo il vicequestore Loris Sebastiani,
una vecchia conoscenza con cui ha condiviso alcune indagini. A Milano c’è bisogno
di qualcuno che smanetti sul computer per scoprire l’identità del Mamba Nero e perché
uccide i dipendenti della TechHackCorp.
Si tratta di una lettura oltre i
limiti di velocità consentiti, sfrecciare tra le pagine è un piacere senza la
preoccupazione di autovelox e brutti incidenti. La trama gialla è di sana e
robusta costituzione, il Roversi Cinematic Universe è sulla carta ovvio, ma
curato e sviluppato al punto da riuscire a teletrasportarvi a Milano.
In questo capitolo preparatevi a seguire
le tracce di Leonardo Da Vinci nella metropoli e potrete anche gustarvi una
piacevole chicca che si chiama come il Fernet!
Un gradito ritorno in libreria e
sono già pronto per il prossimo.
Cartoline dalla fine del mondo di Paolo Roversi. Marsilio Editore, collana Farfalle. 17,50 €, 266 pagine.
Cartoline dalla fine del mondo di Paolo Roversi. Marsilio Editore, collana Farfalle. 17,50 €, 266 pagine.
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